La raffigurazione di un frantoio per le olive in una incisione all’acquaforte ricavata da un disegno di Jan van der Straet, detto Giovanni Stradano (1523-1605), ci presenta, a colpo d’occhio, tutte le operazioni necessarie alla lavorazione secondo le tecniche e le modalità in uso nel XVI secolo.
Al fondo i contadini sono intenti alla bacchiatura e alla raccolta delle olive, che vengono poi versate nella macina a sinistra, mossa dal movimento di un bovino.
La pasta ricavata dalle olive ed estratta dalla macina – in basso a sinistra – viene inserita nei fiscoli, sorta di sacchi in fibra vegetale a sezione circolare, destinati ad essere sovrapposti e pressati dal torchio verticale – in alto a destra – azionato alla stanga da tre robusti garzoni. Sulla destra un altro lavorante preleva l’olio da un orcio con un attingitoio e lo travasa in una ciotola con la quale rabbocca la botticella che reca già l’imbuto sull’apertura superiore. Al centro un mulattiere sta uscendo dal frantoio con due botticelle da trasporto in legno piene d’olio, destinato ad essere smerciato nei mercati.
Orci, contenitori e attrezzi sono sparsi all’intorno e alcuni fiscoli di scorta sono infilati a una trave.