Janello Torriani, nato a Cremona intorno all’anno 1500, fu il più grande costruttore di macchine del Cinquecento. Abile fabbro ferraio, orologiaio di fama universale, ingegnere idraulico geniale, matematico di corte e inventore acclamato, Janello Torriani conobbe già in vita una notorietà che andava ben oltre le mura della propria città. La sua fama si estese oltralpe, in terra germanica, nelle Fiandre, in Inghilterra e soprattutto nei regni iberici. Tra le sue invenzioni più famose vi furono la prima machina utensile per tagliare ingranaggi, applicazioni ingegnose della sospensione cardanica, il primo orologio planetario a molla (vent’anni di progettazione e 1800 componenti meccaniche), la prima macchina ciclopica della storia, costruita a Toledo, la quale elevava acqua per cento metri di altezza lungo un percorso di trecento, ed i primi mulini portatili a molla. Tra le altre cose, Torriani partecipò alla Riforma gregoriana del calendario, a progetti di osservazione astronomica su scala globale, alla costruzione di automi e a molte altre opere nel campo idraulico e matematico.
Oltre ad una raffinata educazione pratica ricevuta presso una sconosciuta bottega di fabbro, e ad una eccellente preparazione teorica impartitagli dal medico e matematico Giorgio Fondulo, Janello, fin da bambino, poté osservare da vicino dei mulini: pochi sanno che suo padre, Gherardo, possedeva la metà di un mulino natante sul Po, e che aveva preso in affitto un altro mulino sulla Ciria, un canale nelle vicinanze di Cremona. Anche Giorgio Fondulo, il maestro di matematica ed astrologia di Janello, possedeva un mulino sul fiume Oglio. La Cremona rinascimentale fu un luogo floridissimo per l’impiego di mulini sia terragni che natanti, e probabilmente, proprio questa esperienza portò Janello a trovare a Toledo l’impiego più ottimale dei mulini già esistenti in situ per dare acqua ed energia cinetica alla sua grande macchina.
Inoltre, egli inventò piccolissimi mulini automatici in ferro a molla per macinare granaglie, come scrisse il suo amico Ambrosio de Morales, storiografo di corte di Filippo II di Spagna: “Inoltre, Janello inventò un mulino di ferro tanto piccolo che si potrebbe nascondere in una manica, ed esso macina più di due misure di grano al giorno, muovendosi automaticamente, senza che alcuno lo azioni. Questo mulino possiede un’altra grandissima qualità, quella di separare la farina dalle scorie, così che la farina ben depurata cade in un sacco, e lo scarto in un altro. Questa invenzione potrebbe essere molto utile per un esercito, o per una città sotto assedio, o per la navigazione, dato che si tratta di un mulino automatico.”
Una serie di sette mulini portatili in ferro costruiti da Janello si trovavano ancora vent’anni dopo la sua morte nelle collezioni del palazzo reale di Madrid, ma la loro unicità impedì probabilmente agli Asburgo di renderne pubblico il funzionamento, in modo da mantenere intatta la loro eccezionalità, e con essa il prestigio dei loro possessori. Questa segretezza fu applicata anche alle altre grandi invenzioni del Torriani, che solo la corona di Spagna poteva vantarsi di possedere.
Questo ritarderà notevolmente l’adozione della tecnologia del “mulino a cilindri” messa a punto da Torriani di alcuni secoli.
Nel 1720 sono documentati mulini a cilindri metallici in Inghilterra e numerosi brevetti vennero depositati in Francia per tutto l’Ottocento. Tuttavia la diffusione del nuovo metodo avvenne solo dopo l’introduzione della macchina a vapore e dell’energia elettrica.
Alle soglie del XX secolo, i mulini idraulici furono gradualmente trasformati a trazione elettrica o altrimenti chiusi. Intanto la tecnologia si evolveva rapidamente per superare il sistema di macinazione a pietra (in cui non veniva eliminata la crusca) e giungere ad una modalità più efficace, omogenea ed igienica grazie all’uso dei cilindri.
Il mulino a cilindri, detto anche laminatoio, è costituito essenzialmente da due o più cilindri di ghisa, lisci o scanalati, paralleli e rotanti in senso tra loro opposto, che in base alla loro regolata distanza, asportano la parte esterna dei chicchi, frantumandoli progressivamente, in successivi passaggi, fino a raggiungere la grana voluta.
L’introduzione dei cilindri metallici rivoluzionò l’industria della macinazione permettendo di separare la crusca e di sgretolare il grano in semole sempre più fini, riducendo il riscaldamento della farina e lavorando in forma igienicamente sicura tutto il prodotto.
Da questo momento l’attività dei mulini assunse le caratteristiche di un’impresa industriale, abbandonando, con il non più necessario contatto con l’acqua, anche il ruolo di punto di incontro per il mondo agricolo ed il mugnaio si trasformerà in esperto tecnologo al servizio dell’alimentazione.
A Janello Torriani e alle sue ingegnose machine la sua città natale, Cremona, ha dedicato una importante mostra.